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Il paradosso della felicità

Autunno_AreaOrtiva_Maggiore_orto47

Avere un orto rende liberi e felici.

Liberi?

Si! Poter avere un orto vicino casa, in città, offre l’illusione di svincolarsi dalla logica utilitaristica che ci rende schiavi, quella per cui se … vuoi/hai bisogno/hai voglia … di qualsiasi cosa la devi acquistare con il denaro.

Felici?

Anche, perché si instaurano relazioni profonde e diverse, perché “mettere le mani nella terra” scarica dallo stress e dà soddisfazione. Beneficiare di qualcosa che tu stesso hai prodotto dà felicità, proprio come preparare una buona torta, ripararsi la bici o dipingere un quadro.

Parlare di orto è divertente e attira molto l’attenzione!

Vieni intervistata dai giornalisti, incontri i politici locali, le persone vogliono sapere “cosa coltivi? è buono?”, “quanto tempo dedichi”, e poi “d’estate come fai”…”ma come hai fatto ad averlo”…”anche io ne voglio uno”

Credere che l’orto risolva alcuni (tanti) problemi della città, per esempio … riduzione delle emissioni di CO2, presidio del territorio, integrazione sociale, partecipazione, riduzione della povertà … è una chimera che genera errore.

L’errore più grande?

Trascurare l’orto per mancanza di tempo. Sottrarre tempo alla zappa per dedicarlo alla teoria e ai microfoni.

Il paradosso di Orto47… tanto ne parliamo che oramai la città ci identifica con gli orti bolognesi, ma il consiglio di gestione dell’Area Ortiva del Maggiore ci scrive un richiamo ufficiale per trascuratezza!

Quindi domenica siamo tornate all’orto e … si lo ammettiamo…non mettevamo piede da mesi!

Tiriamo le somme:

1. Parlare di orto non equivale ad avere un orto.

2. Parlare di orto non rende felici.
La percezione di felicità aumenta con l’aumentare di “orto” fino ad un certo punto, poi si perde di vista la terra, si devia sulla politica e si riduce la felicità fino a scomparire del tutto.

Così come nel rapporto tra felicità e reddito descritto dal paradosso di Easterlin o paradosso della felicità (1974) secondo cui nel corso della vita la felicità delle persone dipende molto poco dalle variazioni di reddito e di ricchezza. Secondo Easterlin, si può spiegare osservando che, “quando aumenta il reddito, e quindi il benessere economico, la felicità umana aumenta fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad U rovesciata.”

 
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Pubblicato da su ottobre 22, 2013 in di Vanga e di Zappa, Media, orto

 

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Orto47 lavori condivisi di primavera

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Lavori di manutenzione delle aree comuni.

 

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Aster, il sorriso gentile della ricerca industriale

Aster_aiuola_vagabonda
Oggi la ricerca ha un sorriso smagliante e si lascia incuriosire.

Aster_bibliotecaCNR_turboblogging_GiusyAloe

Ho partecipato a Turboblogging ed ho scritto un post mentre una carrellata di giovani imprenditori raccontava l’esperienza di far parte di un Laboratorio, qual è stata l’innovazione e com’è cresciuto il business.

In Aster il contesto è bucolico nonostante sia a 5 minuti
dal centro città, le aiuole sono poeticamente popolate da piante spontanee
tarassaco, malva, margheritine, camomilla e gramigna
(la vagabonda più stimata
dalla sottoscritta per questo è nata www.gramignamap.it)

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO E SE TI PIACE CLICCA SU LIKE
http://www.turboblogging.it/i-partecipanti/17-giuseppina-aloe

 
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Pubblicato da su aprile 11, 2013 in di Vanga e di Zappa

 

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#turboblogging: Orto47 narra la ricerca

banner2grande_turboblogging

2 eccentriche risposte hanno aperto le porte di Turboblogging a questo blog.

Giovedì 11 aprile io e Orto47 parteciperemo al contest organizzato da ASTER e Regione Emilia-Romagna:
un racconto sul tema della ricerca industriale attraverso 40 post
A gareggiare sono 40 blogger dilettanti (come me) e professionisti. Saremo noi a scrivere i post e così raccontare la ricerca e i suoi impieghi nella Rete Alta Tecnologia. Ci saranno presentate storie d’eccellenza legate alla ricerca industriale, testimonianze di imprese e di ricercatori.

Il risultato sarà una narrazione polifonica sull’importanza della ricerca.

Il mio sarà un punto di vista antropocentrico con gli occhi rivolti ai temi di questo blog.

Di segioto le domande e le eccentriche risposte che mi hanno consentito di superare la selezione del concorso Turboblogging:

Cosa rappresenta per te la ricerca in un tweet? la continua conoscenza del mondo naturale da un punto di vista antropocentrico
Come la ricerca può sostenere l’impresa? molti sforzi sono giustamente rivolti all’abbattimento dei costi delle materie prime, al creare osmosi tra diversi ambiti di conoscenza (interdisciplinare e internazionale), favorire processi condivisi tra diverse aziende e soggetti pubblici e privati. lavorare di meno, lavorare tutti e lavorare meglio! 🙂

Giovedì 11 aprile spero di avere buone idee da condividere, pensatemi …
o se volete seguite la diretta della giornata su Turboblogging.it, su Altratv.tv e sulle web tv mappate dal network.

(#Turboblogging per twittare)

 
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Pubblicato da su aprile 8, 2013 in Media, Varie

 

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Il valzer dell’anziano

La famosa differenza generazionale che regna nelle aree ortive comunali bolognesi, gli orti degli anziani invasi dai giovani negli ultimi 3/4 anni, ieri è stata rappresentata sulla scena del Maggiore.

Orto47 sul banco di prova per questa patata donatami ieri da Iacopo (un giovane collega ortista).

Patata_Orto47_primavera2013

Come la pianti? Tra quanti giorni? La luna? Con i germogli in su o in giù?

Il Consiglio Degli Anziani interroga la giovane ortista. Che se la cava e non molla la sfida fino a cadere sull’ultima domanda.

“La patata si divide in due lasciando un germoglio per parte, si lascia seccare all’aria per un paio di giorni, si pianta, entro mercoledì, cioè entro il periodo di luna calante.” patata_orto47_primavera2012

Yeeeeppa risposte azzeccate. Ma … con i germogli in su Giusy…!!! Ovvio! Beh pensavo che quelli diventassero le radici, ma certo che no… Ho imparato l’ennesima ovvietà…nell’orto tutto è frutto di esperienza. Se hai quella diventa facile e scontato (anche se poi tutto può essere il contrario di tutto). Qui c’è chi ha l’orto da 27 anni!!!! Io Serena e Massimo solo da 3 … Orto47 festeggia la terza primavera e prosegue un gentile cammino di coscienza dell’uomo rispetto alla natura.

In ogni caso volevo soffermarmi sul magnifico gioco delle parti, giovani e anziani, che definirei quasi una danza, un valzer. Il ballo consiste nel gusto che ciascuno di noi prova nel far più o meno parte di una categoria, volteggiando dall’una all’altra. A ben vedere infatti la maggior parte di noi appartiene a fasce d’età “mediane”, ciò dà l’opportunità di interpretare un ruolo diverso a seconda delle situazioni.

I 60/70 sono i primi! Anziani di sicuro perché ne sanno tanto ed hanno sempre ragione, però certamente giovani rispetto agli ortisti alle soglie dei 90. Quindi anche i (quasi) cinquantenni possono vantare un diritto di anzianità nei confronti dei trentenni!? Poi succede che tra gli ortisti iniziano a comparire i 20enni … allora in questo caso io cosa sono?

Giocando e ballando, giovani e anziani hanno dato vita ad un sogno dalla faccia di carciofo e il nome di cipolla. Il Progetto Cipolla è frutto del Comitato Orti Prati di Caprara composto da una varietà umana affascinante, corretta, di buona volontà, che compensa utopia e realismo nella certezza che la zona verde dei Prati di Caprara possa presto essere offerta a disposizione dei cittadini.

Io sono orgogliosa di far parte del Comitato!
Ieri abbiamo presentato la Cipolla all’Assemblea generale dell’area Ortiva Maggiore. Inesorabbile, rigorosa, pratica, strutturata, complessa, l’assemblea ha ascoltato e criticato. Ma l’assemblea non ha posto veti.

Così, il progetto Cipolla muove i primi passi verso la pubblica amministrazione e i cittadini bolognesi, all’orizzonte anche l’Unione Europea con i fondi Life. Ma restiamo con i piedi per terra, è il momento di incontrare le noste interlocutrici privilegiate, la Presidente Quartiere Porto Elena Leti e l’Assessore Urbanistica Bologna – Patrizia Gabellini.

Teniamoci in contatto!

12 gennaio 2013 sala riunione Area Ortiva Maggiore Delegazione Comitato gestione area ortiva e Comitato Orti Prati di Caprara: Valentino Pizzirani, Jacopo Ognibene, Loris Golfieri, Santi Spadaro, Andrea Sarti, Jimmy Sciamanna, Annamaria Bianchi, Roberta Bartoletti, Fabio Fornasari, Remo Zecchini, Guazzaloca Valter. Presidente Quartiere Porto: Elena Leti. Assessore Urbanistica Bologna: Patrizia Gabellini.

 
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Pubblicato da su aprile 7, 2013 in di Vanga e di Zappa, orto

 

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Orto47 riposa sotto la neve

Orto47_20Genn_13

 
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Pubblicato da su gennaio 20, 2013 in di Vanga e di Zappa, orto

 

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Prati di Caprara e Demanio, una ciambella senza buco

27 ettari di parco negati alla cittadinanza che rischiano di “esplodere”

Un ettaro puoi immaginarlo un quadrato di 100 metri di lato
1 ettaro = 10.000 metri quadrati

27 ettari = 270.000 metri quadrati

Sono cittadina di Bologna, abito nel quartiere Porto, ho fatto richiesta di un orto (prima che finissero di essere disponibili) e ho avuto la fortuna di ottenerlo.

Quindi sono legittimata a parlare della questione dei Prati di Caprara per ben 3 ragioni.

Come ortista: da anni è previsto uno spostamento degli orti nell’ambito del Piano Strategico Comunale approvato nel 2008, di conseguenza sono bloccati investimenti basilari, per esempio i lampioni di illuminazione esterna.
Come abitante del quartiere: via Saffi/via Emilia Ponente costeggiano la zona enorme praticamente abbandonata che negli anni diventa sempre più trascurata, sporca, impervia pur essendo centrale e strategica per la connessione con zone importanti della città come aeroporto e ospedale, solo per citarne alcuni.
Come cittadina di Bologna mi chiedo: dov’è finito il progetto del parco più bello e grande di Bologna?

Perchè mi guardo attono verso la rete che costeggia i Prati e che li divide dai luoghi della mia vita quotidiana e continuo a leggere i soliti cartelli  “Zona controllata” “Zona militare”??? Non sarebbe più corretto parlare di Ex Zona Controllata/Militare?

La storia è intricata ma provo a fare un sunto con l’aiuto del documento scritto dalla presidente del quartiere Porto Elena Leti in occasione di un incontro presso gli uffici del Demanio.

http://www.comune.bologna.it/media/files/odg_582012.pdf

Da un accordo firmato nel 2007 l’enorme area dei Prati di Caprara (di 27 ettari) è passata in gestione dal Ministero della Difesa all’Agenzia del Demanio ma l’Ente non sta procedendo alla bonifica relativa agli ordigni bellici, in quanto la tipologia della bonifica, ovvero la profondità dei controlli, è molto costosa e viene commisurata al tipo di destinazione d’uso che si vuole attribuire al terreno. Ma per conoscere l’uso specifico si deve aspettare un progetto dettagliato che si chaima PUV (non ho capito però quando questo PUV arriverà…)
Negli ultimi mesi l’Amministrazione Comunale ha suggeritro all’Agenzia del demanio interventi di bonifica parziale, per i quali quest’ultima si è dichiarata disponibile. Si tratta di creare una rete di strade interne all’area che consentirà alle forze dell’ordine di presidiare la zona, in qualche modo… ma è pur sempre qualcosa…
“Il presidio dell’area costituisce, infatti, premessa indispensabile per un successivo, eventuale, accordo con l’Ammnistrazione comunale che consenta l’uso temporaneo di parte dell’area destinata a verde pubblico dal PUV. Tale possibilità (uso temporaneo in attesa che maturino le condizioni di valorizzazione dell’ambito) è
stata inclusa nella bozza del nuovo accordo integrativo del PUV che il Comune si accinge a siglare prossimamente con il Demanio….” In questa frase si fa accenno al fatto che il Quartiere si offre di “investire” in progetti sull’area ma, giustamente, non prima della bonifica militare!

Aspettano … anche io aspetto … anche i cittadini aspettano …

Quindi è un problema di denaro mentre il comitato direttivo degli orti è in grande difficoltà!
Ordigni bellici, strutture in amianto, vegetazione da foresta nera che non consente alcun tipo di controllo, bivacchi e accumuli di sporcizia e spazzatura datata anni.
Tutto questo accanto al mio orto (furti e pericoli vari), sotto casa mia, al posto del più bel parco cittadino.

Una unica domanda da porre al dr Uzzo è: per quanto tempo ancora? aspettando non cambia nulla!!

Io sinceramente vi invito ad aprire il documento nel quale si legge chiaro e tondo che Ospedale, esercizi pubblici e cittadini sono indignati ed esasperati dal degrado. E che l’Agenzia del Demanio nella persona del Dr Riccardo Uzzo Filiale Emilia Romagna, si impegna a finanziare un investimento minimo ed immediato per bloccare l’inasprimento del degrado.

E si rimane in attesa…speriamo che il dr Uzzo si ricordi dell’impegno preso!!

http://www.comune.bologna.it/media/files/odg_582012.pdf

 
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Pubblicato da su ottobre 29, 2012 in di Sovversione o Ecologia Sociale, Media, Varie

 

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Full immersion tra gli orti cittadini


25 minuti di full immersion su orti e Bologna, storia, situazione attuale, persone, bisogni e valori.
Forti legami.

Punti di vista.

 
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Pubblicato da su ottobre 15, 2012 in Media

 

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Sproloqui tra capra e cavolo

Tra gli ortaggi di fine estate troviamo in prima linea il cavolo.

Col cavolo … dirà qualcuno! Beh si in effetti esistono i cavoli primaverili, estivi e invernali quindi in sostanza, cavoli tutto l’anno!
Inoltre alla Brassicacea, appartengono anche cavolfiori, broccoli, cime di rapa, broccoletti e molte altre varietà meno conosciute in occidente.

Il cavolo soddisfa il palato ma anche la vista. Disponibile in diverse sfumature di bianco, verde chiaro, verde scuro e viola, striato o liscio, strizza l’occhio ai più fantasiosi designer dei fornelli.

L’amico richiede un po’ di sacrificio per l’olfatto. La grande quantità di sali minerali contenuta nelle Brassicacee si disperde con il calore, per questo quando li cuociamo sentiamo puzza di zolfo.
Visto che in 16 minuti di forte calore il cavolo perde la gran parte dei nutrienti, sarebbe forse il caso di utilizzare la pentola a pressione per ridurre i tempi di cottura, e magari per sopravvivere all’odore.

Il cavolo è bello! La nostra amica Marzia Savazzi ha fotografato il giovane esemplare di Orto47 che vedete in evidenza, Silvia Bettini ha disegnato per noi una cavoletta da favola (clicca qui).

Ma ci vede essere dell’altro…

Il cavolo è spesso citato in detti e modi di dire:
come il cavolo a merenda”, da cui “non c’entra un cavolo”, “che cavolo dici” (quest’ultimo potrebbe avere altre origini)
tra capra e cavoli…riprende il detto del contadino che deve scegliere se portare sulla piccola barca la capra o il cavolo. Com’era la storia? Non ricordo…

Silvia Donini nel suo “L’orto delle fate. Manuale di orticultura” dice che
Romani e Greci lo consumavano crudo prima di un banchetto, convinti che aiutasse ad assorbire meno l’alcol.
(buono a sapersi. Ndr)

Non so ma quando ho letto le righe di W.H. Auden in Lullaby e mi sono imbattuta nell’affascinante connubio di parole “bellezza individuale”, beh io ho pensato al cavolo! E sti cavoli!!!!!

 
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Pubblicato da su agosto 29, 2012 in In cucina, orto, raccolto

 

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Cassa integrazione tra giovani ortaggi

Considerato che sono in cassa integrazione, da 1 settimana ho la possibilità di passare dall’orto tutte le mattine. Non è una lamentela, ammetto di aver intimamente desiderato di trovarmi in una situazione del genere, cioè lontana da persone e situazioni dannose per la pelle, la testa e il cuore.

Stamattina ho fatto delle foto. Qui piccole melanzane, un melone bebè e una pannocchia di mais che fà timidamente capolino, poi un peperone e 2 esemplari calabresi di pomodori di Belmonte esperimento davvero riuscito grazie a Davide Ballatore aspirante contadino full time, l’intraprendete amico di Gramigna!
Davide oltre a 2 piante di Belmonte ci ha regalato 2 piante di peperoncino sempre calabrese.

Un pensiero va alla mia amica portulaca, ottima ad insalata o ripassata in padella con l’aglio e il sopracitato peperoncino.

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Pubblicato da su luglio 11, 2012 in orto, raccolto

 

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